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Back to office …in benessere!

L’ultimo trimestre 2021 rappresenta una tappa importante per il mondo del lavoro. Tra le varie decisioni da prendere, una delle più importanti è quella che riguarda il ritorno in ufficio per milioni di lavoratori (stima del Politecnico di Milano circa 6,58 milioni di lavoratori italiani), che da tempo hanno svolto le loro attività a distanza in Smart-working, perché il clima è ancora incerto e la sicurezza sanitaria resta prioritaria.

Come si preparano le Aziende adesso?

Certamente non con le modalità del passato (anche se qualche top manager sembra desiderarlo), perché il grande esperimento forzato dal Coronavirus ha cambiato per sempre abitudini e aspettative delle persone. Ci siamo trovati costretti, per dodici mesi e più, a lavorare da casa e questo ha richiesto un grande sforzo di adattamento rispetto alle proprie abitudini, rendendo sempre più labile il confine tra casa e lavoro.

L’incontro con i colleghi, anche se sentito come riappropriazione della propria socializzazione e possibilità di condivisione, potrebbe essere in alcuni casi temuto, poiché percepito ancora come rischioso; a questo può aggiungersi la preoccupazione di dover affrontare nuovi assetti della vita lavorativa, ad esempio eventuali cambiamenti di ruolo, di spazi lavorativi, di organizzazione.

La strategia comune resta quella del modello ibrido, ovvero quello di un piano di rientro graduale; c’è voglia di socialità e di relazioni dirette, c’è stanchezza per l’esplosione di video-call, call e messaggi vari di questi mesi. Insomma, occorre un nuovo approccio organizzativo al lavoro, che ponga maggiore attenzione alle esigenze del singolo, eviti il rischio di demotivazione e tecnostress, garantisca produttività ed efficienza, bilanci lavoro da casa e in ufficio secondo un modello ibrido. È un delicato equilibrio che va progettato con attenzione, una responsabilità a cui i top manager non possono abdicare.

WellDone ti accompagna a un “back to office” in benessere.

Il rientro non deve essere vissuto con ansia ed incertezza bensì come un’opportunità per ricreare l’interazione interpersonale e quella ricarica di socializzazione e creatività che è ciò di cui i team hanno bisogno.