Not Today COVID-19

Cosa significa “Wellbeing” nell’era del COVID-19?

Un cambiamento verso una nuova visione del benessere.

Il COVID-19 ha chiamato il mondo a intraprendere un nuovo viaggio. Un viaggio incentrato sul WELLBEING.

Mentre le persone si fermano e riflettono durante questa crisi, il loro benessere assume un nuovo significato. I dipendenti vogliono che i datori di lavoro siano partner e del loro benessere. E COVID-19 ha reso il benessere più fragile e più vitale di quanto non fosse prima.

Le Aziende che si faranno trovare pronte per questo cambiamento, risulteranno pertinenti, competitive e prospereranno.

Il desiderio dei dipendenti è di essere compresi come “persona intera” e le Aziende che sono note per prendersi cura di tutta la persona sono magneti di talenti. I loro dipendenti  hanno connessioni più solide con l’Azienda, il che migliora il coinvolgimento e quindi la produttività, la redditività e la lealtà. Le loro persone si comportano meglio durante i tempi ordinari e sono resilienti durante le interruzioni.

In questa fase post-pandemica, gli individui che partecipano attivamente al proprio percorso di benessere – perché il loro datore di lavoro li consiglia e li supporta in quel viaggio – creeranno risultati che altre Aziende non potranno eguagliare

Il benessere generale dei vostri dipendenti richiede la vostra attenzione!

Il benessere non è solo essere felici o fisicamente in forma. Si tratta di tutto ciò che è importante per ognuno di noi e di come sperimentiamo la nostra vita.

La più grande minaccia al nostro benessere siamo noi!

Il lockdown ha tendenzialmente esasperato le nostre pregresse cattive abitudini a scapito di un salutare stile di vita il più delle volte già precario!

Siamo stati chiamati a restare a casa, senza poter uscire per andare a lavoro, nemmeno incontrare parenti e amici, fare sport o coltivare le nostre normali consuetudini.

Ci vogliono 21 giorni per cambiare le abitudini di una persona! La maggior parte di noi, durante quest’ultimo periodo, è aumentata di peso a furia di sfornare e mangiare manicaretti “home made” di ogni tipo: dolci e salati, oppure perdendo il senso del tempo, davanti un PC in “Smart Working”  e frugando cibo dal frigorifero all’apparire del senso di fame. Si è registrato un incremento smodato di acquisto di patatine fritte…forse per compensare la noia e/o lo stress.

C’è chi ha svolto qualche sessione in remoto di esercizi fisici di qualsiasi genere dallo yoga, alla corsa sul posto, ma la maggior parte (anche chi prima del lockdown lo praticava) ha smesso di svolgere qualsiasi attività sportiva!

C’è anche una minoranza che grazie al lockdown ha riacquisito un suo equilibrio sia psicofisico, sia di dieta alimentare, che sembra preoccupata di rientrare alla normalità per paura di ricadere nella solita routine sbagliata.

Non ultimo, ma forse l’aspetto più importante, è che siamo tutti consapevoli che là fuori il pericolo è sempre in agguato e anche noi, come l’animale rintanato di Kafka, siamo atterriti da un nemico senza volto. Non possiamo toccarlo e non possiamo vederlo. Si nasconde nei corpi degli altri, si mimetizza sulla superficie di oggetti innocui, si annida negli spazi comuni…Non c’è un posto sicuro dove fuggire e riparaci. Siamo sempre esposti ad un contagio impalpabile. Abbiamo paura!

Ora ci chiedono di uscire dalla tana, di ritornare alla normalità. Cresce a dismisura il bisogno di sicurezza.

La tua Azienda è preparata a questa sfida? Quanto le persone della tua organizzazione sono pronte alla ripartenza? Quanti sono ancora imprigionati dallo spavento, e pretendono certezze?

I lavoratori che non sono in equilibrio nelle loro vite sono molto più vulnerabili e aggiungono rischi alla tua organizzazione.

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